BARCELLONA: Macbeth – Giuseppe verdi, 16 febbraio 2023

BARCELLONA: Macbeth – Giuseppe verdi, 16 febbraio 2023

Macbeth

Giuseppe Verdi

Melodramma in quattro atti

Libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei


Direttore Josep Pons

Regia, scene e costumi Jaume Plensa

Personaggi e Interpreti:

  • Macbeth Luca Salsi
  • Banco Erwin Schrott
  • Lady Macbeth Sondra Radvanovsky
  • Dama Gemma Coma-Alabert
  • Macduff Francesco Pio Galasso
  • Malcolm Fabiano Lara
    Dottore-Servitore di Macbeth- Assassino-Araldo Davide Lagares

Coreografia Antonio Ruz

Luci Urs Schönebaum

Produzione Gran Teatro del Liceu

Coro del Gran Teatre del Liceu (Pablo Assante, direttore)

Orchestra Sinfonica del Gran Teatre del Liceu

 

Gran Teatre del Liceu, 16 febbraio 2023


Grande attesa, con un battage mediatico senza precedenti, per la nuova produzione di Macbeth al Gran Teatre del Liceu: regia, scene e costumi, affidati al “genius loci” Jaume Plensa, scultore, pittore e grafico catalano, cui si debbono – tra l’altro – le recenti grate apposte alle tre arcate di ingresso al Teatro, unendo all’arte la praticità di escludere dal recinto possibili “homeless” che la sera vi bivaccavano nella popolarissima Rambla barcellonese.

Nonostante l’accoglienza trionfale che il  pubblico della “prima” (con numerosi invitati, tra cui buona parte dei politici locali e di personaggi rilevanti della cultura catalana) sono piovuti isolatissimi “buh” ad uno spettacolo che si è rivelato nel complesso molto deludente e teatralmente modesto. Essere un artista delle arti plastiche non comporta necessariamente essere pure un regista teatrale e alla impressionante presenza di alcune sculture si è sommato un vuoto scenico spesso imbarazzante. Anche i costumi hanno contribuito a rendere il tutto poco credibile, specie la Lady in bianco abito da prima comunione, e pure le coreografie – il ballabile del terzo atto eseguito integralmente – non si sono allontanate da un pregevole esercizio ginnico composto dal coreografo Antonio Ruz. Mi piace citare in queste circostanze l’ineffabile Filippo Crivelli, con la sua infallibile e caustica ironia: “stiamo avallando un grosso equivoco”.

Anche alla parte musicale il pubblico ha decretato un grande successo. A dirigere l’orchestra del Liceu il Maestro titolare Josep Pons, al debutto nel complesso titolo verdiano. E’ stata scelta, come d’abitudine, la versione 1865, con l’aggiunta dell’arioso finale del protagonista della prima versione del 1847 “Mal per me che m’affidai”. Pons ha diretto con toni battaglieri, senza andare troppo per il sottile, riuscendo bene nelle danze un po’ meno nell’accompagnamento dei solisti e pure nel concertato finale del primo atto, per via di tempi forse troppo stringati e comunque atassici. Anche a lui, tra gli applausi scroscianti, qualche impietoso “buh”. Piovuto ingiustamente anche all’ottimo Macduff interpretato molto bene, con ottimo fraseggio e bella proiezione vocale ed intensità drammatica, dal tenore Francesco Pio Galasso, che ha cesellato l’aria “Ah la paterna mano”. Molto bene il coro, istruito da Pablo Assante, con particolare menzione alle “streghe”, il settore femminile, di suono intonatissimo e compatto. Bene le parti di fianco: nei quattro ruoli di Medico, Servo della Lady, Sicario ed Araldo si è disimpegnato il basso David Lagares, la Dama, squillante nel concertato con un Do acuto, la professionale Gemma Coma-Alabert ed ottimo per colore e musicalità il tenore Fabian Lara, nei panni di Malcolm.

Erwin Schrott ha dato il massimo rilievo a Banco, con una voce sempre ricca di armonici, ferma e potente, risultando benissimo nel duetto con Macbeth, emergendo nel concertato e soprattutto nell’aria “Come dal ciel precipita”. Un capitolo a parte merita Sondra Radvanovsky, travolgente Lady, amatissima dal pubblico del Liceu. Il 53enne soprano americano detiene sempre una voce imponente per armonici e duttile anche nelle messe in voce e nei pianissimi, peccato che l’acuto sia ormai tendente al grido e abbia perso qualità risultando piuttosto vetroso. Deprecabile poi, almeno per il sottoscritto, il gusto molto “yankee” nell’interpretazione, scendendo a note di petto del tutto fuori stile per cercare affondo in zona grave e la tendenza a non dare massimo valore alla parola cantata, anche per la dizione spesso periclitante. Comunque, applausometro alla mano, il suo successo è stato il più plateale, insistito e prolungato.

Luca Salsi è semplicemente un Macbeth perfetto: una lezione non solo di canto, ma di quali e quante intenzioni ed emozioni dominano il tormentato personaggio. Non si tratta solo di adeguatezza vocale in un ruolo che va cantato, ma anche sussurrato e mai gridato, quanto della statura interpretativa che, oggi come oggi, lo pone come protagonista di assoluto riferimento. Una prestazione in crescendo drammatico, sugellata da una emozionante esecuzione di “Pietà, rispetto, onore” e conclusa con un commovente canto di “Mal per me che m’affidai”. Una statura di interprete che da sola ha ripagato la delusione di uno spettacolo carente su tanti fronti che pure il numeroso pubblico del Liceu ha apprezzato nella sua completezza.

Andrea Merli

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