Las Palmas di Gran Canaria: Don Pasquale – Gaetano Donizetti, 22 marzo 2022
DON PASQUALE
Opera buffa in tre atti
musiche di Gaetano Donizetti
Direzione musicale Rafael Sánchez-Araña
Regia Renato Bonajuto
Personaggi e Interpreti:
- Don Pasquale Roberto Scandiuzzi
- Norina Claudia Pavone
- Ernesto Paolo Fanale
- Malatesta Gabriel Bermúdez
- Notaro Iván Figueira
Scenografia Carlos Santos
Luci Iban Negrin
Repertorista Olga Nevalainen
Direttore Generale e Capo di Palco Orchestra Filarmonica Laura Navarro di Gran Canaria
Direzione del Coro del Festival dell’Opera Olga Santana
Produzione ACO.
Teatro Pérez Galdòs, 22 marzo 2022
Seconda opera in cartello della “Temporada ACO”, Don Pasquale è stato prodotto in loco, riprendendo così un’attività praticamente sospesa dall’inizio della pandemia, trattandosi in questo specifico caso di una versione praticamente integrale e, per la prima volta in due anni, con addirittura un intervallo tra la prima e la seconda parte: in Spagna i protocolli per il Covid variano da regione a regione e quelli messi in atto alle Canarie sono stati tra i più rigorosi.
Teatro dunque riempito in ogni ordine di posti e senza distanziamenti, seppure non esaurito la sera della “prima”. Certo il pubblico presente lo scorso 22 marzo si è molto divertito ed ha decretato un lusinghiero successo con punte di autentico trionfo nei frequenti applausi dopo i pezzi “chiusi”: arie e concertati.
Merito di un allestimento fresco e vivace che posticipa la vicenda negli anni 40 / 50 dello scorso secolo a giudicare dall’abbigliamento di Norina, firmato come del resto tutti i costumi da Claudio Martin, con la elegante e funzionale scena costruita da Carlos Santos e le riuscitissime luci e proiezioni (un cielo cangiante col trascorrere delle ore del giorno) di Ibàn Negrin. Il tutto amenizzato dalla regia che non concede tregue né cedimenti alla scatenata commedia, nel segno della più gloriosa scuola italiana, di Renato Bonajuto. Al levar di sipario troviamo Don Pasquale, in vestaglia e pantofole, intento a leggere il quotidiano del mattino. Quindi riceve prima il sussiegoso Dottor Malatesta e poi il nipotino “guastamestieri”, reduce da una partita a tennis. Norina legge il romanzo cavalleresco immersa nella schiuma da bagno di una capiente vasca e si cambia dietro il paravento, mentre Malatesta tenta invano di sbirciare. Tra le “anticaglie” di Don Pasquale, una copia dorata della Venere di Milo, assurge all’invocato Imene. Il notaio si presenta con un paio di occhialoni e si nasconde dietro i cappotti di un provvidenziale attaccapanni quando Ernesto arriva inaspettato provocando il trambusto. Nel secondo atto Norina si trasforma in novella Audrey Hepburn ingioiellata; infine, riuscitissima la scena del boschetto a cui accedono Malatesta e Don Pasquale da una scala a pioli. Tutto ciò al Teatro Pérez Galdòs non sarebbe possibile senza il lavoro dell’instancabile direttrice di palcoscenico Laura Navarro.
Una messa in scena dinamica a cui ben si son prestati i cinque solisti, iniziando appunto dal divertente Notaio del tenore Ivàn Figueira, imponente d’aspetto e preciso nei suoi interventi. Passando al Malatesta del baritono madrileno Gabriel Bermudez, che fa il suo debutto a Gran Canaria, ma che la parte la ha già ben collaudata sia scenicamente che vocalmente, mercuriale nello districarsi sul palcoscenico e musicalmente a posto. Il tenore palermitano Paolo Fanale ritorna al Teatro Pérez Galdòs debuttando il ruolo di Ernesto e “morde a bbuono” con un’esecuzione dove sfoggia il bellissimo timbro, la suadenza di una voce sempre sul fiato, dosata in mezze voci e con una tavolozza di colori molto varia, salvo poi coronare la cabaletta con uno spericolato Re naturale, tenuto e ben emesso. Ovviamente gioca a suo favore una presenza scenica accattivante, particolarmente adatta alla parte del ragazzo impetuoso ed innamorato, ma anche divertito alle spalle del povero “zio”. Altra debuttante il soprano di Vicenza Claudia Pavone che, dopo aver affrontato recentemente il ruolo di Adina nell’Elisir, si prova in una parte comica, da soubrette verrebbe da dire, non fosse che la voce rende a pieno una vocalità che si sviluppa con pregevole ampiezza lirica nelle frasi malinconiche e desolate del duetto con Don Pasquale, oltre a svettare in acuto con grande facilità e con ammirevole proiezione di suono. Un debutto felicissimo in cui si è tuffata con entusiasmo devertendosi e, soprattutto, facendo divertire.
Il protagonista doveva essere, da cartello, il basso menorchino Simon Orfila, colpito purtroppo dal “solito” virus del covid. A tambur battente si è reso disponibile Roberto Scandiuzzi, ed è stata una fortuna nella disgrazia. Il basso di Treviso, che personalmente mi vanto di seguire dai tempi di una molto discussa Norma triestina che vide il debutto di ruolo di Katia Ricciarelli. Che dire? Perfetto sotto tutti i punti di vista. Innanzi tutto per la vocalità, rotonda pastosa e profonda di autentico basso, ma duttile e versata al recitar cantando. La classe e la scuola di altissimo livello, per dirla alla veneta, “non sono farina di polenta” e dunque l’ha fatta da padrone ripetendo un ruolo che gli è congeniale (chi firma potè assistere al suo debutto al Teatro Regio di Torino una decina di anni fa) fungendo da vero factotum, da motore trainante nell’azione scenica con una simpatia travolgente e contagiosa. Il bis del vorticoso sillabato, assieme a Malatesta, è stato quasi un atto dovuto.
Bene i venti elementi del coro ACO, guidati come sempre dalla solerte Olga Santana; ottima anche l’orchestra Filarmonica di Gran Canaria e felice il debutto nell’opera, e dunque nel Don Pasquale, del giovane direttore locale Rafael Sànchez-Arana che ha riscosso anch’egli l’applauso incondizionato del pubblico, felice e festante alla fine dell’opera. A riprova che in tempi grami una buona commedia risolleva sorti ed animi, specie se è servita alla perfezione.
Andrea Merli