BARCELLONA: Les contes d’Hoffmann – Jacques Offenbach, 28 gennaio 2021

BARCELLONA: Les contes d’Hoffmann – Jacques Offenbach, 28 gennaio 2021

LES CONTES D’HOFFMANN 

Jacques Offenbach

 

Direttore: Riccardo Frizza

Regia: Laurent Pelly

Personaggi e Interpreti:

  • Stella: Elena Sancho Pereg
  • Olympia: Olga Pudova
  • Antonia: Ermonella Jaho
  • Giulietta: Nino Surguladze
  • Musa/Niklausse: Marina Viotti
  • La Madre di Antonia: Laura Vila
  • Hoffmann: John Osborn
  • Lindorf/Coppélius/Miracle/Dapertutto: Alexander Vinogradov
  • Spalanzani: Francisco Vas
  • Crespel/Luther: Aleksey Bogdanov
  • Schlémil/Hermann: Carlos Daza
  • Andrés/Cochenille/Frantz/Pitichinacchio: Vincent Ordennau
  • Nathanael: Roger Padullés

Orchestra e coro del G. T. Liceu

 

Gran Teatre del Liceu, 28 gennaio 2021


Si torna a teatro – qui si può, troppa grazia Sant’Antonio viene da aggiungere – più precisamente al Liceu di Barcellona, grazie ad un ingresso di loggione generosamente offerto da un amico impedito ad essere presente. Poco importa se dal 5° piso la visibilità è assai ridotta: l’acustica è comunque ottima. Poiché la pandemia e, soprattutto, le disposizioni in rigore impediscono lo spostamento in macchina da un comune all’altro della Catalogna e dopo le 22 vige il coprifuoco, in realtà molti posti rimangono vuoti nei vari settori in quanto molti abbonati devono comunque rinunciare ad assistere alle recite. Dunque è stato agevole scendere di piano in piano fino a raggiungere per il terzo atto, quello “veneziano” di Giulietta e seguente epilogo, un magnifico posto del secondo piano. Ottimo esercizio per testare l’acustica, perfetta in ogni angolo del teatro che esattamente 24 anni fa andava a fuoco e che è stato ricostruito praticamente identico.

Motivo del ritorno sul “luogo del delitto”, oltre alla bellezza dell’opera che, come ho già dichiarato, non mi stancherò mai di ascoltare, alcuni sostanziali cambi del cast: in primis il tenore John Osborn nel ruolo dello sfortunato Hoffmann, poi il basso Alexsander Vinogradov nei panni dei quattro “malvagi” Lindorf, Coppelius, Miracle e Dapertutto ed infine il mezzosoprano Nino Surguladze in quelli di Giulietta. Iniziando da quest’ultima, seppure penalizzata nell’edizione firmata Kaye e Keck che le sottrae, rispetto alla vecchia Choudens, gran parte del cantabile, è parsa più a fuoco vocalmente rispetto alla collega che l’ha preceduta, in particolare per il timbro più gradevole e per il colore rotondo e pieno. Ottimo il basso russo, dalla voce emessa con dovizia di armonici ed interpretativamente centratissimo. Infine il tenore americano, che nel repertorio francese conosce pochi rivali, non solo ha confermato padronanza stilistica ed aderenza totale al personaggio, ma, dotato di un timbro bello e suadente, si è pure peritato con dovizia di puntature acute: dei Do sonori tenuti con generosità che, seppure non scritti, chi ce li ha fa bene ad esibirli, ne’ piu’ e ne’ meno di quanto faceva a suo tempo Kraus. E così è stato nella “leggenda di Kleinzack”, ripresa nell’epilogo compresa, nell’atto di Olympia ed in quello di Giulietta a conclusione del couplet bacchico.

A detta degli addetti ai lavori, tra gli altri il Maestro suggeritore Jaume Tribo’ che rappresenta l’anima storica del Liceu, la miglior recita tra quelle fino al momento andate in scena. Ed all’impiccione non resta che confermarlo.

Andrea Merli

 

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