VERONA: Aida – Giuseppe Verdi, 23 giugno 2018

VERONA: Aida – Giuseppe Verdi, 23 giugno 2018

Direttore d’Orchestra
Jordi Bernàcer (23, 28/06 – 8, 10, 14/07)
Daniel Oren (19, 22, 27/7 – 2, 5, 7, 11/8)
Andrea Battistoni (19, 23, 29/8 – 1/9)

Regia e Scene Franco Zeffirelli

Personaggi e Interpreti:

  • Il Re
    Romano Dal Zovo (23, 28/6 – 8, 10, 14, 19, 22/7 – 5, 7/8)
    Roberto Tagliavini (27/7 – 2, 19/8)
    Enrico Marchesini (11, 23, 29/8 – 1/9)
  • Amneris
    Violeta Urmana (23, 28/6 – 8, 10, 14, 19, 22/7)
    Carmen Topciu (27/7 – 2/8)
    Judit Kutasi (5, 7, 11, 19, 23/8)
    Anita Rachvelishvili (29/8, 1/09)
  • Aida
    Anna Pirozzi (23/6)
    Kristin Lewis (28/6 – 8, 10, 14/07)
    Maria José Siri (19, 22, 27/7 – 7, 11, 19/8)
    Susanna Branchini (2, 5, 23/8)
    Hui He (29/8 – 1/9)
  • Radamès
    Yusif Eyvazov (23, 28/6)
    Marco Berti (8, 10, 14/7)
    Carlo Ventre (19, 22, 27/7 – 11/8)
    Gregory Kunde (2, 5, 7/8)
    Walter Fraccaro (19, 23, 29/8 – 1/9)
  • Ramfis
    Vitalij Kowaljow (23, 28/6)
    Rafał Siwek (8, 10, 14, 27/7 – 2, 5/8)
    In Sung Sim (19, 22/7)
    Marko Mimica (7, 11, 19/8)
    Gianluca Breda (23, 29/8 – 1/9)
  • Amonasro
    Luca Salsi (23/6)
    Sebastian Catana (28/6 – 8, 10, 14/7)
    Ambrogio Maestri (19, 22, 27/7)
    Amartuvshin Enkhbat (2, 5, 7, 19, 23/8)
    Federico Longhi (11, 29/8)
    Gocha Abuladze (1/9)
  • Un messaggero
    Antonello Ceron (23, 28/06 – 8, 10, 14, 19, 22/07)
    Carlo Bosi (27/7 – 2, 5, 7, 11, 19, 23, 29/8 – 1/9)
  • Sacerdotessa
    Francesca Tiburzi (23, 28/6 – 8, 10, 14, 19, 22, 27/7 – 2, 5, 7, 11/8)
    Arina Alexeeva (19, 23, 29/8 – 1/9)Primi Ballerini
    Beatrice Carbone
    Petra Conti 
    (23, 28/6 – 8, 10, 14, 19, 22, 27/7 – 2, 5, 7, 11/8)
    Alessia Gelmetti 
    (19, 23, 29/8 – 1/9)
    Gabriele Corrado 
    (23, 28/6 – 8, 14, 19, 22, 27/7)
    Mick Zeni 
    (10/7 – 2, 5, 7, 11/8)
    Davit Galstyan 
    (19, 23, 29/8 – 1/9)

Costumi Anna Anni

Coreografia Vladimir Vasiliev

Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici Dell’Arena di Verona


Assistendo la sera del 23 giugno alla prima delle sedici recite di Aida in programma fino al 1° settembre prossimo, si è avuta la netta sensazione che la vera inaugurazione di stagione, per il coinvolgimento del pubblico che di nuovo stipava le gradinate fino all’ultimo posto disponibile e per il risultato complessivo dello spettacolo, fosse questa. Innanzitutto l’imponente messa in scena di Franco Zeffirelli, che data ormai dal 2002, è sempre un asso vincente per la monumentale presenza della gigantesca piramide dorata, che girando offre diverse e suggestive angolature, per gli splendidi costumi di Anna Anni, la sapiente illuminazione e, buone ultime, per le belle coreografie di Vladimir Vasiliev in cui si è prodigato il corpo di ballo, capeggiato dalle etoiles Beatrice Carbone e Petra Conti e dal primo ballerino Gabriele Corrado. Le immagini parlano da sole, e seppure qualcuno storca il naso o, addirittura, diserti l’Arena annoiato dalla prevedibile bellezza, i tredicimila e rotti presenti hanno molto gradito: prova ne sia la spontanea accensione delle candeline che nel finale dell’opera hanno completato, non previste, lo spettacolo nello spettacolo.

E male fece chi snobbò questa Aida, soprattutto perché la resa musicale è parsa assolutamente all’altezza della fama areniana. Inziando dalla squisita direzione del direttore valenciano Jordi Bernàcer, recentemente apprezzato a Verona nella stagione al chiuso del Teatro Filarmonico sul podio per Anna Bolena, che innanzitutto ha retto perfettamente le fila di un coro ed una orchestra la cui tenuta, specie nella scena del trionfo, corrisponde ad una autentica fatica d’Ercole, ma dove lo si è apprezzato particolarmente è stato nel creare l’aura suggestiva del terzo atto e, soprattutto, del finale sotto la “fatal pietra”, dove ha raggiunto una delicatezza davvero angelica e sognante. Il coro ha risposto di nuovo benissimo, ma il punto di forza è stato nella compagnia di canto. Iniziando dal battagliero e ben scandito Messaggero del tenore Antonello Ceron e passando alla ispiratissima sacerdotessa perfettamente intonata da Francesca Tiburzi. Il giovanissimo basso Romano Del Zovo, un elemento locale in crescita da non perder d’occhio, ha dato voce con autorità al Re, mentre l’ottimo basso russo Vitalij Kovwaljov è stato un credibile e ben cantato Ramfis.

Apparsa chiaramente sotto tono ed annunciata l’indiposizione, il mezzosoprano Violeta Urmana ha comunque sostenuto la parte di Amneris con valore e coraggio per tutta la recita, a riprova che possiede una professionalità di ferro ed una tecnica che le permette di cantare, e bene, anche febbricitante, con la tosse ed il catarro. Giustamente applauditissima. Successo franco anche per il baritono Luca Salsi, Amonasro vigoroso e molto presente per voce e per tenuta scenica e trionfo schietto per il tenore Yusif Eyvazov, che si è prodotto in una recita in crescendo, cantando assai bene a dispetto del timbro che non è proprio paradisiaco, ma con tale ricchezza del fraseggio e nel variare l’accento da accendere il cuore di tutti.

Superlativa oltre ogni dire Anna Pirozzi, che ha cesellato la parte di Aida con la sua bella voce, francamente latina e ricca, omogenea e vigorosa, ma che l’artista sapientemente sa piegare in pianissimi ed in messe in voce di lunare bellezza. Il grido impiccionesco di “brava” mi è scappato di bocca con l’estatica chiusa del duetto con Radames nel terzo atto, seguito dalle grida di molti altri in mezzo ad applausi insistenti.

Una di quelle recite che ti mettono la pace in cuore e ti ripagano di mille ed una fatiche, non ultima quella di andare a teatro zoppicando. E ne avrò ancora per un po’…

Andrea Merli

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