Milano – Rosate:  GIANNI SCHICCHI, 3 giugno 2018

Milano – Rosate: GIANNI SCHICCHI, 3 giugno 2018

Domenica 3 giugno 2018 ore 16.00 Opera
Cascina PAU – ROSATE
Fondo Morosini per la musica e la cultura
VoceAll’Opera
Giacomo Puccini
Gianni Schicchi

Personaggi e Interpreti:

  • GIANNI SCHICCHI, (MATTEO RENZI) Luca Vianello
  • LAURETTA, (Maria E. BOSCHI) Gesua Gallifoco
  • ZITA, (R. BINDI) Giulia Maria Taccagni
  • RINUCCIO, (A. DI BATTISTA) Antonio Mandrillo
  • GHERARDO, (M. SALVINI) Maurizio De Valerio
  • NELLA, (G. MELONI) Francesca Mercuriali
  • GHERARDINO, (R. BRUNETTA) Antonio Travaglini
  • BETTO, (A. ALFANO) Daniele Piscopo
  • SIMONE, (P.L. BERSANI) Alessandro Yague
  • MARCO, (A. RAZZI) Fabio La Mattina 
  • La CIESCA, (D. SANTANCHÈ) Elena Caccamo
  • Maestro SPINELLOCCIO, (R. PRODI) Giovanni Tiralongo 
  • Ser AMANTIO di Nicolai, notaio (B. VESPA) Giovanni Tiralongo 
  • PINELLINO, calzolaio (M. APICELLA) Gabriele Faccialà
  • CUCCIO, tintore (LELE MORA)Stefano Pozzi

PIANISTA – Debora Mori 
REGIA e DRAMMATURGIA – Gianmaria Aliverta
Costumi – Francesco Bondì
Trucco – Francesco Pergolizzi
Parrucche – Mario Audello
Assistente alla regia – Luisa Travaglini
Elementi scenici – Alessio Colosso-Aliverta Gianmaria


Appuntamento irrinunciabile quello del “Festival VoceAllOpera” alla Cascina Paù di Rosate, alle porte di Milano, giunto quest’anno alla quinta edizione. Proprietà della Contessa Maria Candida Morosini, “angelo custode” di VoceAllOpera di Gianmaria Aliverta: “una donna capace di dare anima e corpo per gli altri, sempre al servizio dell’arte, del volontariato, della musica alla quale ogni giorno dovremmo dire grazie” recita la nota di regia, che si sottoscrive di cuore. La Cascina Paù, da quest’anno dotata finalmente pure di un palcoscenico degno di tal nome, si sta trasformando in una sorta di Glyndebourne padano, anche per il ricco buffet che segue la rappresentazione ed allestito nel piacevole giardino, sempre offerto dalla Dotoressa Morosini, assai più generosa del suo equivalente inglese Christie, nella campagna del Sussex. Soprattutto per l’affluenza sempre più numerosa del pubblico, che quest’anno ha superato di gran lunga i 300 spettatori che parteciparono all’inaugurazione del modello inglese nell’ormai remoto 28 maggio del 1934.

Voli pindarici a parte, dopo La Traviata, cui seguirono i Barbieri, rossiniano e di Paisiello e L’elisir d’amore, quest’anno il creativo Aliverta ha puntato su Gianni Schicchi, come al solito con una forte dose di incoscienza (per sua fortuna assistito da un supervisore di livello qual’è Bruno Taddia) che alla fine si è dimostrata assolutamente vincente. Lo Schicchi, in cascina, al pianoforte e con giovani in gran parte debuttanti, molti ancora imberbi! Ma andiamo: non è una cosa seria. E difatti ci siamo divertiti tutti … o quasi: un guastafeste non può obiettivamente mancare, ma non ne farò il nome nemmeno sotto tortura, ridendo a crepapancia, salvo poi riempirla al buffet.

Il “pierino della lirica” ha sfruttato l’attuale momento politico e per poche ore non ha fatto l’en plein: peccato che porprio due giorni prima sia stato approvato, finalmente e dopo tre mesi, il nuovo governo. Roba da far causa al presidente Mattarella. E dunque, il compianto Buoso Donati altri non è che… Berlusconi, a cui così gli si è allungata proverbialmente la vita! Ne vien fuori lo specchio della “casta” che tenta di prendere non tanto l’eredità in sé e per sé, e che comunque sarebbe sostanziosa (altro che una mula, la casa ed i mulini di Signa!) quanto il potere politico che, come ben disse profeticamente Andreotti “logora chi non ce l’ha”. Il nuovo che avanza, odiato da tutti, compresi i suoi compagni di partito, altri non è che il “rottamatore” Renzi, la “gente nova” di Firenze, che qui interpreta Schicchi.

Ora si fa difficile dire come si sia risolta – benissimo e con sollazzo – tutta la vicenda. Non basta la recensione a dire cosa fossero la Zita alias Rosi Bindi dell’ottimo mezzosoprano Giulia Maria Taccagni, il Rinuccio versione pentastellata di Battista, cantato assai bene dal tenore Antonio Mandrillo, cui si consiglia, per altro, di trovarsi un cognome d’arte fin che è in tempo, perché il “tenore Mandrillo” proprio non si può, il Gherardo trasformato in Salvini da Maurizio De Valerio, l’impressionante Nella-Meloni di Francesca Mercuriali, il Betto di Daniele Piscopo uguale ad Alfano, il perfetto Bersani del giovanissimo basso Alessandro Yague, l’esilarante Razzi di Fabio La Martina, la Ciesca-Santanché, “arbre magique” come alla prima della Scala, di Elena Caccamo, l’impagabile baritono Giovanni Tiralongo, nel panni di Prodi (Maestro Spinelloccio) e poi di Bruno Vespa a Porta a Porta (Ser Amantio, il notaio) il Pinellino/Apicella di Gabriele Faccialà ed il Guccio /Lele Mora di Stefano Pozzi, per non parlare del piccolo Gherardino, disinvolto e risoluto Brunetta, interpretato dal sorprendente Antonio Travaglini, un bimbo di appena sei anni. Brava pure la deliziosa Lauretta del soprano Gesua Gallifoco, nei panni di un’insinuante Boschi con un “Babbino caro” carico di intenzioni. Ci si augura la realizzazione di un video e si attende la ripresa nel mese di novembre al Teatro Spazio 89, a Milano.

Ho lascito buon ultimo Luca Vianello, Schicchi/Renzi, la cui interpretazione imitando il toscano nei tic e quindi il Berlusca nella voce, ha mandato in visibilio il numeroso pubblico. Alla bravura dell’interprete, davvero stupefacente per l’interpretazione sin nei dettagli, va aggiunto un notevole traguardo vocale e musicale che ci rendono particolarmente ottimisti nei suoi confronti, soprattutto avendolo seguito sin dagli esordi. Un elemento da non perdere d’occhio.

Al pianoforte elettronico, la bravissima ed insostituibile in queste spedizioni border line, alla Cascina Paù come ad Antigua, Debora Mori, che non ci ha fatto rimpiangere l’orchestra al completo, aiutata dal Maestro Nicolò Jacopo Suppa, pronto a girare le pagine dello spartito. Aliverta, in questo giro, ha investito moltissimo nelle parrucche Audello e nel trucco parrucco, che tutti per vizio e deformazione assegnamo alle donne, ma che in questa occasione è stato creato con ore ed ore di lavoro dal bravissimo truccatore del maggio Musicale Fiorentino Francesco Pergolizzi. I costumi, pure assai centrati, sono di Francesco Bondi e l’assistente alla regia, preziosa qui come non mai, è Luisa Travaglini.

Un pomeriggio sereno, allegro, piacevolissimo a cui ha partecipato pure il sindaco di Rosate, che ormai ne ha sposato la causa rendendosi conto che per un giorno il suo villaggio assurge alla notorietà internazionale, anche per la massiccia presenza della critica.

Grazie Gianmaria e, soprattutto, grazie Dottoressa Morosini.

Andrea Merli

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