PIACENZA: Così fan tutte – W.A.Mozart

PIACENZA: Così fan tutte – W.A.Mozart

WOLFGANG AMADEUS MOZART

COSI’ FAN TUTTE OSSIA LA SCUOLA DEGLI AMANTI

Dramma giocoso in due atti KV 588
Libretto Lorenzo Da Ponte

Direttore: Carla DELFRATE
Regia: Giorgio FERRARA

Personaggi e Interpreti:

  • Fiordiligi: Arianna Vendittelli 
  • Dorabella: Lucia Cirillo
  • Guglielmo: Thomas Tatzl
  • Ferrando: Giorgio Misseri
  • Despina: Lavinia Bini
  • Don Alfonso: Simone Del Savio

    Dante FERRETTI, scene
    Francesca LO SCHIAVO, costumi
    Daniele NANNUZZI, luci

    ORCHESTRA GIOVANILE LUIGI CHERUBINI
    CORO DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
    Corrado CASATI, maestro del coro

    Coproduzione Spoleto58 Festival dei 2Mondi, Teatro Coccia di Novara, Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatri di Piacenza


Coprodotta con Spoleto58 Festival dei 2Mondi, con il Teatro Coccia di Novara ed il Teatro Alighieri di Ravenna, dove è già andata in scena, questa produzione del Così fan tutte l’abbiamo beccata al volo alla recita domenicale del 12 marzo scorso, al Teatro Municipale di Piacenza.

Lo spettacolo con la regia di Giorgio Ferrara, le scene – in realtà scena unica – di Dante Ferretti ed I costumi di Francesca Lo Schiavo, si affida ancora una volta all’iconografia più classica e di fatto uno stupendo fondale dipinto e sapientemente illuminato (le luci le firma Daniele Nannuzzi) ci suggerisce il settecentesco porto di Napoli. Due quinte con porte e finestre pivottanti servono per interni ed esterni garantendo una funzionalità innegabile, ma anche risultando piuttosto banali in mancanza di una sapiente regia che, spiace dirlo, è parsa piuttosto latitante lasciando all’abilità del singolo interprete la responsabilità di stare in scena. Pure I costumi, pur essendo sostanzialmente neutri, hanno dimostrato una certa confusione stilistica, specie nel caratterizzare Don Alfonso in marsina decisamente ottocentesca. Dettagli, si dirà. Certo. Ma quando tradizione ha da essere si deve porre attenzione per non scivolare nella paccottiglia e nell’approssimazione: per esempio con l’attrezzo poiché le poltrone in casa delle due “dame ferraresi” parevano l’inventario del “mobile in stile”, spaziando dal Luigi XVI al Luigi Filippo. In effetti, impiccionescamente, queste cose mi danno molto fastidio: un mio limite, l’ammetto.

Sul piano musicale non che le cose siano andate meglio, tolta la professionalità a prova di bomba di Simone Del Savio, inappuntabile Don Alfonso sia come interprete che, ancor di più, vocalmente e la brillante Despina di Lavinia Bini, pepata e ricca di verve sia vocale che scenica. Se a Giorgio Misseri al suo debutto di ruolo nella parte assai difficile, specie per quanto riguarda la linea stilistica, di Ferrando possiamo concedere l’attenuante di una prima e pur buona prova, difficilmente si può sdoganare il Guglielmo di Thomas Tatzi, cui va riconsciuta la prestanza fisica, la presenza scenica, accompagnate da una voce mal emessa, affetta da vibrato e sofferente in acuto. Le due sorelle hanno avuto una prova un tantino superiore nella Dorabella di Lucia Cirillo, musicalmente a posto. Arianna Venditelli, piuttosto, sfogata in alto e prossima al grido è quanto di più lontano si possa immaginare per Fiordiligi, potendo aspirare, semmai, a ruoli nel repertorio verista dove, forse, sarà più facile mascherare mende tecniche.

L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini si è difesa rispondendo al gesto di Carla Del Frate, cui spetta il merito di aver condotto in porto un’esecuzione senza trasalimenti ma anche senza particolare volo poetico. Bene, nei ranghi ridotti e nei brevi interventi, il Coro del Teatro Municipale di Piacenza istruito da Corrado Casati.

Successo caloroso, va detto. A riprova che Mozart anche in Italia ed in provincia ha un suo pubblico.

Andrea Merli

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